Statuto
L’associazione Xanadu nasce con atto notarile il 22/01/2002, a S. Croce Camerina. Intende perseguire la :
• PROPAGAZIONE E FRUIZIONE DELLA CULTURA ICONOCLASTICA.
• PROMOZIONE DI ATTIVITA’ CULTURALI, ARTISTICHE, RICREATIVE, TURISTICHE PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA E PER UN SAPIENTE USO DEL TEMPO LIBERO COME RICERCA DI UN EQUILIBRIO PSICO FISICO SEMPRE PIU’ INSIDIATO IN UNA SOCIETÀ ALIENANTE ED ALIENATA.
Ne è fondatore e Presidente l’Arch. Giuseppe Miccichè. Gestisce il “Museo del Fumetto Xanadu”, con sede sempre a S. Croce Camerina, in Contrada Marchesa, n. 221.
Il Museo nasce ufficialmente nell’Ottobre del 2000 ( Vedi articolo a pag. 28 della rivista “La Provincia” di Ragusa , n. 5 , anno 2000).
E’ il primo e, finora, l’unico in Sicilia ed uno dei pochissimi in Italia , stante le sue caratteristiche, sull’onda di un interesse ed una ricerca del come eravamo e di certe radici che stanno alla base del nostro attuale modo di essere e di pensare.
Suo scopo è di porsi come centro di propagazione del fumetto, inteso come percorso culturale , educativo e didattico, dalla prima infanzia in poi, in quanto esprime un linguaggio unificante ed accessibile a molteplici strati sociali ed il MUSEO ne indica epoche, evoluzioni, tendenze, dalle origini ad oggi, attento a rappresentarne tappe e percorsi, proponendo, altresì, la Provincia di Ragusa come nuovo centro propulsivo, culturale e turistico.
Non vi è chi non riconosca, a partire da pedagoghi, educatori, insegnanti, la validità delle immagini e dei disegni nel rendere trasparente il senso della parola anche e soprattutto a chi della parola ha ancora scarsa conoscenza o che all’uso della parola deve essere avviato. Ciò oggi è un fatto assodato.
Siamo ben lontani da quando, erano i primi anni del dopoguerra, i genitori, supportati dalla cultura dell’epoca, bacchettona e becera, davano la caccia alle letture dei ragazzi, mandando al macero enormi quantità di giornalini. Era una lotta senza quartiere, impari ma perdente, come l’enorme quantità di materiale sopravvissuto dimostra. In questa lotta si inserirono le case editrici col ridurre il formato degli albi. Si arrivò cosi al formato striscia (Miki, Blek, Il Piccolo Sceriffo). La scarsità della carta favorì un tale processo.
I ragazzi potevano cosi nascondere i giornalini nelle tasche o nei libri di testo. Per i ragazzi di allora i giornalini erano una forma di cultura alternativa al di fuori di quella scolastica che scorreva entro binari rigidi, con docenti che non si discostavano minimamente da ciò che i libri di testo riportavano e a volte imponevano. Non c’era altro in molte case di allora. Non dimentichiamo che si usciva da una guerra devastante e che aveva impoverito un po’ tutti.
I giornalini venivano scambiati continuamente ampliando cosi la quantità delle letture, dati i mezzi economici a volte praticamente inesistenti nei ragazzi. Per fortuna, non tutti i genitori, ad onor del vero, avevano avuto lo stesso negativo comportamento nei confronti dei fumetti.
Ci sono stati pure genitori illuminati e tolleranti che hanno visto nei COMICS elementi formativi e di crescita.
Anche la Chiesa, attraverso il settimanale IL VITTORIOSO, assecondò in parte il Fumetto vedendo in esso uno strumento per influenzare in un determinato modo i giovani lettori.
Dal che si evince che gli eccessi e le degenerazioni ci sono sempre state e che la società è andata avanti ugualmente, evolvendosi e migliorandosi. Oggi il fumetto è anche materia d’insegnamento nelle scuole ed oggetto di dotte tesi di laurea.
È in sostanza un fenomeno di massa, un veicolo culturale e di apprendimento universalmente riconosciuto, in cui confluiscono obiettivi didattici, recuperi di memorie storico grafiche, in un mondo votato sempre più alla passiva accettazione del mass- media televisivo e delle sue nefaste conseguenze, in un progressivo annientamento della personalità .
Se, beninteso, se ne fa un uso distorto, senza negarle peraltro l’indubbio merito di avere dato un contributo importantissimo nel fare gli Italiani.
E con ciò si ritorna un po’ alle origini, ai famosi anni trenta con l’apparizione e successiva esplosione dei giornali a fumetti con le didascalie prima(vedi Corriere dei Piccoli) e dei dialoghi nelle immagini dopo.
L’accostamento dei due media non è una forzatura .
Fino agli anni venti abbiamo una cultura d’élite, si direbbe oggi, certamente poco consona o per niente accessibile alle masse e, come potrebbe essere altrimenti, oltretutto, con l’elevato indice di analfabetismo che c’era allora in Italia?
I fumetti portarono di conseguenza, in simbiosi alla campagna di alfabetizzazione, una certa cultura di massa fin dentro le case più disagiate, in ciò favoriti da costi accessibili anche ai ragazzi. Per loro i fumetti rappresentarono una finestra aperta sul mondo, permettendo loro dei contatti con l’esterno, al di fuori di ciò che la società di allora poteva offrire.
Furono elemento unificante allora, come lo fu la televisione a partire dagli anni sessanta. A differenza di questa,(fatta da grandi e per tutti, quindi semplice contenitore)i fumetti ,in prima istanza, furono fatti dai grandi per i ragazzi, con intendimenti divulgativi, pedagogici, didattici.
Erano scrittori, artisti, editori noti ed impegnati, quelli che in massima parte per primi si cimentarono nella nuova attività (il che permise la creazione di opere a tutt’oggi considerate capolavori). Ciò può essere oggetto di indagine. Tutto ciò implicava un atteggiamento della Cultura del tempo benevolo e tollerante (in sintesi positivo) anche se talvolta interessato.
Malgrado ciò , le forze estrinseche del mezzo contribuiscono a creare gli Italiani di oggi, fornendo loro quei supporti ed ancoraggi, di cui ogni individuo abbisogna e senza i quali, senza IL SAPERE COME ERAVAMO, non possiamo porci la domanda : DOVE ANDIAMO?
“XANADU” e la Provincia di Ragusa
La Provincia Regionale di Ragusa ha, tra le altre CARATTERISTICHE, quella di ospitare al suo interno il primo MUSEO PRIVATO del Fumetto in Sicilia e forse anche in Italia (per quel che mi è dato sapere) già operante e di indubbia validità sotto il profilo dei contenuti e per la vastità del materiale esposto. Il giornale LA PROVINCIA DI RAGUSA ne ha già dato notizia nel n.5 del 2000.
La successiva convenzione per una fruizione a fini turistico-culturali della struttura con i responsabili del museo risale al 30 aprile 2001.
Indice, quanto esposto, di sensibilità ed attenzione per un tema, I FUMETTI, che tanta importanza rivestono oggi nel processo educativo e formativo dalla prima infanzia in poi.